La Nave come una seconda nascita
“A queste creature la nave donò una
seconda nascita. Vi arrivarono laceri, pallidi, sperduti e vi ritrovarono il sorriso e, quasi sempre, la salute del corpo, insieme con quella dello spirito. La famiglia, che non conoscevano, apparve ad essi come una improvvisa rivelazione. Dimenticarono prestissimo le vedute turpitudini, l'eloquio volgare della strada, e le qualità sopite di gentilezza e di bontà riaffiorarono, man mano che il corpo e l'anima rifiorivano in un ambiente, che, volutamente si intonava alla fanciullezza, sommersa da conoscenze intempestive o da pericolose libertà. [...] Questo popolo infantile, disperso nel vento e nel sole, nella miseria, è una caratteristica della nostra Città.” Giulia Civita Franceschi, 1947 Pochi quelli che potevano essere accolti dell'amorosa nave Sacerdote Andrea Viggiani, 1914 |
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